A cura di Christian Villar López, Direttore Tecnico – Trescal Italia
Nel mio ruolo di Direttore Tecnico, una domanda che mi viene posta frequentemente è la seguente:
“Un certificato di taratura rilasciato da un laboratorio accreditato secondo la norma ISO/IEC 17025 è sempre accettabile?”
La mia risposta è semplice, ma spesso sorprende: “No, potrebbe non esserlo.”
Continuate a leggere per scoprire il perché.
I certificati di taratura: chiarezza e criticità
Per chi non è un metrologo, i certificati di taratura possono risultare fonte di confusione. Tuttavia, si tratta di documenti fondamentali che attestano la qualità e l’accuratezza delle misure ottenute da strumenti di prova e misura. Comprendere la terminologia tecnica e il significato dei numeri riportati è quindi cruciale per garantirne il corretto utilizzo.
Capita spesso che alcune organizzazioni richiedano rapporti di taratura non accreditati, rendendo quindi i certificati emessi discutibili dal punto di vista della conformità. La domanda chiave che ci si deve porre è:
“Il certificato che stiamo esaminando è idoneo allo scopo previsto?”
Le decisioni in materia di taratura, all’interno di un’azienda, dipendono da variabili molteplici: la comprensione delle normative di riferimento, il bilanciamento tra costi e benefici e, non da ultimo, le esigenze di rapidità nei processi aziendali.
Un certificato di taratura discutibile può determinare gravi conseguenze, come la non validità delle misurazioni e, nei casi peggiori, l’invalidazione dell’accreditamento ISO/IEC 17025 di un laboratorio in occasione di audit in cui emergano non conformità. Nessuno vuole sentirsi dire “Bisogna rifare tutto”, con la conseguente perdita di tempo e risorse.
Obiettivo dell’articolo: facciamo chiarezza su taratura accreditata e certificati di taratura
In questo articolo voglio spiegare il valore delle tarature accreditate, cosa significano realmente i certificati di taratura e come riconoscere le differenze tra un certificato accreditato e uno non accreditato.
Spiegherò anche quali sono i malintesi più comuni e come evitarli.
Normative di riferimento del settore tarature
Per orientarsi nel mondo della taratura e dell’accreditamento, è essenziale conoscere le norme principali:
- ISO/IEC 17025: Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e taratura.
- ISO/IEC 17065: Requisiti per gli organismi di certificazione (CB).
Nota: la norma 17065 rimanda alla 17025 per quanto riguarda tarature, prove, rapporti e certificati.
- ISO/IEC 17011: Requisiti per gli enti di accreditamento (AB) che valutano e accreditano organismi di valutazione della conformità (CAB).
- ISO/IEC 17000: Principi generali e terminologia relativi alla valutazione della conformità.
Tra queste, la ISO/IEC 17025 è senza dubbio la più rilevante per i laboratori di prova e taratura. Gli enti di accreditamento indipendenti, come Accredia in Italia, usano questa norma per valutare la competenza tecnica dei laboratori.
Una volta superata la valutazione, il laboratorio può apporre il logo dell’Ente di Accreditamento sui propri certificati, indicando la conformità alla norma e l’affidabilità dei risultati.
Quando è necessaria una taratura accreditata?
Un fattore fondamentale per determinare se una taratura conforme a ISO/IEC 17025 sia necessaria è la criticità del risultato di misura e il livello di rischio associato a strumenti fuori tolleranza.
Nei settori dove la precisione è cruciale, come l’aerospaziale, il medicale o l’aeronautico, l’accuratezza è imprescindibile. Strumenti non tarati correttamente possono generare misure errate, provocando difetti, reclami, rilavorazioni e ritardi nella produzione.
Esempio 1 – Quando la taratura accreditata non è richiesta
Esistono casi in cui l’uso di una taratura non accreditata è giustificabile:
- L’apparecchiatura non è utilizzata per valutare il progetto di un prodotto.
- Non vi sono rischi o impatti sulla sicurezza derivanti dai risultati di misura.
- Non si utilizzano i risultati per verificare la compatibilità in caso di contestazioni.
- Le misurazioni non sono critiche e consentono ampie tolleranze.
In ogni caso, va sottolineato che la maggior parte delle apparecchiature di misura richiede una taratura accreditata, salvo rare eccezioni.
Esempio 2 – Quando la taratura accreditata non è possibile
Alcuni strumenti, specialmente quelli complessi, possono essere tarati solo dal costruttore stesso, che potrebbe non disporre di un laboratorio accreditato ISO/IEC 17025. In questi casi, si effettua una taratura cosiddetta “a regola d’arte”, affidandosi all’esperienza del produttore. Tuttavia, i campioni usati per queste tarature devono comunque essere riferibili al Sistema Internazionale (SI).
In ambito certificativo, il laboratorio di prova può richiedere una deroga documentata per giustificare la mancanza di riferibilità completa.
Esempio 3 – Quando la taratura accreditata è necessaria
Spetta sempre al cliente decidere se richiedere una taratura accreditata, ma ci sono casi in cui la scelta è obbligata:
- Quando sono previsti requisiti normativi che impongono la taratura accreditata.
- Quando la politica qualità aziendale la richiede espressamente.
- Quando lo strumento è utilizzato per tarare altri strumenti.
- Quando l’attività di misura influisce sull’accettazione di prodotti o servizi.
L’intero processo di accreditamento è finalizzato a minimizzare il rischio lungo tutta la catena metrologica, dalla taratura presso gli Istituti Nazionali di Metrologia fino al controllo qualità finale.
Certificati accreditati vs non accreditati
Un laboratorio di taratura può offrire sia tarature accreditate che non accreditate. Tuttavia, è importante sottolineare che:
- I rapporti di taratura non accreditati non sono riconosciuti dagli enti di accreditamento per la riferibilità delle misure.
- Possono mancare di dati misurati, indicazioni di incertezza e informazioni sui campioni di riferimento.
- Possono costare meno, ma non garantiscono la conformità ai requisiti della norma ISO/IEC 17025.
I 5 elementi chiave di un certificato di taratura
Per valutare un certificato di taratura, è fondamentale verificare questi cinque elementi:
- Logo dell’Ente di Accreditamento
La presenza del logo Accredia (o altro ente equivalente) garantisce che la taratura sia effettivamente accreditata.
Attenzione: che un laboratorio sia accreditato non significa automaticamente che tutti i certificati emessi lo siano.
- Condizioni “As Found” e “As Left”
Indicano lo stato dello strumento al momento della ricezione e dopo la taratura.
- In tolleranza (“As Found”): lo strumento era entro i limiti accettabili.
- Fuori tolleranza (“As Found”): potenziali misure errate tra l’ultima taratura e quella attuale.
In caso di fuori tolleranza, è fondamentale analizzare l’impatto delle misure effettuate in precedenza.
- Riferibilità
La riferibilità metrologica implica una catena documentata che collega la misura a uno standard riconosciuto (nazionale o internazionale), includendo strumenti, campioni, metodi e competenze.
Senza riferibilità, non si può dimostrare la validità del risultato.
Nei rapporti non accreditati, questa catena non può essere verificata senza un audit interno da parte dell’utilizzatore stesso.
- Incertezza di misura
L’incertezza fornisce un’indicazione sulla precisione del risultato.
Deve essere calcolata secondo procedure formalizzate e indicata chiaramente sul certificato, tipicamente con:
- Valori specifici per ogni misura.
- Un valore unico per incertezza globale.
Una dichiarazione corretta di incertezza deve riferirsi a un livello di confidenza del 95% (k = 2).
- Scopo di accreditamento del laboratorio
Verificare che la misura e l’intervallo di interesse siano compresi nello scopo di accreditamento pubblicato sul sito dell’ente (ad esempio, Accredia).
Esempio: se serve tarare a 600 V AC, ma il laboratorio è accreditato solo fino a 500 V, il certificato non può essere accreditato per quel valore.
Conclusione
I laboratori accreditati possono offrire sia certificati accreditati che non. Tuttavia:
- Solo i certificati accreditati offrono piena garanzia di conformità, qualità, riferibilità e incertezza validata.
- I rapporti non accreditati, pur economici, possono non essere accettabili per clienti, enti di controllo o organismi di audit.
Un certificato di taratura non si giudica dalla parola “certificato”, ma dal contenuto tecnico e dalla conformità ai requisiti normativi.
Comprendere questi elementi permette di fare scelte più consapevoli e garantire la qualità nei propri processi di misura.