Una delle domande più frequenti in metrologia e gestione della qualità è: con quale frequenza dovrei tarare i miei strumenti di misura? Sebbene possa sembrare una semplice questione di frequenza, la risposta è strettamente correlata all’affidabilità del processo, alla natura dello strumento e al rischio associato all’uso di apparecchiature fuori tolleranza.

In questo articolo, esploreremo come determinare l’intervallo di taratura appropriato seguendo le linee guida di ISO/IEC 17025:2017, ISO 9001:2015, ISO 10012:2003, ILAC-G24 OIML D 10 e le migliori pratiche di gestione metrologica.

La periodicità della taratura degli strumenti di misura indica l’intervallo di tempo che deve intercorrere tra una taratura e la successiva, al fine di garantire la costante affidabilità e precisione delle misure. 

Una corretta periodicità consente di: 

  • Prevenire deviazioni nei risultati di misura; 
  • Ridurre i rischi di non conformità nei controlli qualità; 
  • Mantenere la riferibilità metrologica secondo gli standard normativi. 

L’aspetto fondamentale di un intervallo di taratura è che dovrebbe corrispondere al periodo di tempo in cui si può essere ragionevolmente certi che lo strumento soddisferà le specifiche, o una specifica, stabilite dall’organizzazione per uno strumento.

La norma ISO/IEC 17025:2017, nella sezione 6.4.7, stabilisce che:

“Il laboratorio deve stabilire un programma di taratura che deve essere riesaminato e aggiornato, per quanto necessario, in modo tale da mantenere la fiducia nello stato di taratura” (International Organization for Standardization & International Electrotechnical Commission, 2017).

La norma ISO 9001:2015, nella sezione 7.1.5.2, indica:

“Quando la riferibilità delle misurazioni è un requisito, le apparecchiature di misurazione devono essere tarate o verificate a intervalli specifici o prima dell’uso […]” (International Organization for Standardization, 2015).

La norma ISO 10012:2003(E), nella sezione 7.1.2, indica:

“I metodi utilizzati per determinare o modificare gli intervalli tra le conferme metrologiche devono essere descritti in procedure documentate. Tali intervalli devono essere rivisti e adeguati quando necessario per garantire la conformità continua ai requisiti metrologici specificati. (International Organization for Standardization, 2003). NOTA: L’intervallo di taratura può essere uguale all’intervallo di conferma metrologica.

Il documento ILAC-G24 OIML D 10 stabilisce le linee guida per la determinazione degli intervalli di taratura per gli strumenti di misura su cui si basa questo articolo (International Laboratory Accreditation Cooperation, 2022).

Nessuna norma impone un intervallo specifico (annuale, semestrale, ecc.), ma richiede piuttosto una giustificazione tecnica.

Il cliente (proprietario dello strumento) è responsabile della determinazione degli intervalli di taratura per i propri strumenti. Solo il cliente sa come vengono utilizzati i propri strumenti e in quali condizioni.

Il cliente deve, inoltre, disporre di tutta la cronologia delle tarature di ogni strumento, indipendentemente dal fatto che lo tari autonomamente o lo invii a un servizio di parte terza.

Un altro motivo per cui il cliente dovrebbe essere il proprietario dell’intervallo di taratura è che, nonostante i fornitori di servizi di taratura accreditati secondo la ISO/IEC 17025, come Trescal, hanno dimostrata imparzialità anche nella definizione dell’intervallo di taratura per gli strumenti di misura, evitando di imporre scelte solo per generare più profitto, solo i proprietari degli strumenti sono nella posizione migliore per ottimizzare i costi in base ai propri requisiti di qualità.

Poiché i proprietari degli strumenti hanno questa responsabilità per i loro strumenti, potrebbero essere tentati di risparmiare estendendo gli intervalli di taratura. Tuttavia, estendere un intervallo di taratura, oltre quanto ragionevolmente giustificabile dalla cronologia di taratura di uno strumento, può portare a situazioni in cui lo strumento non funziona più secondo le specifiche. Ciò può rivelarsi molto costoso per il proprietario, qualora i prodotti fabbricati e testati con lo strumento debbano essere smaltiti o richiamati.

Non sarebbe fantastico se qualcuno potesse costruire uno strumento di prova che sia tarato e che funzioni secondo le specifiche per sempre? Ci sono ragioni per cui questo non è possibile.

Le parti meccaniche si usurano, i componenti elettronici si deteriorano, quindi gli strumenti che hanno parti meccaniche (come il materiale che compone i sensori a membrana di un manometro) o componenti elettronici (come ogni multimetro digitale) subiranno anch’essi una deriva e funzioneranno in modo diverso nel tempo.

La taratura non ha una “durata” predefinita, ma è valida fino a quando le condizioni dell’apparecchiatura restano conformi a quanto verificato durante la taratura stessa. 

La determinazione dell’intervallo di taratura si basa principalmente su un’analisi della valutazione del rischio e dovrebbe tenere conto, ma non limitarsi a, i seguenti fattori:

  • Frequenza di utilizzo dello strumento.
  • Condizioni ambientali operative.
  • Tipologia e stabilità dell’attrezzatura (deriva).
  • Cronologia delle tarature precedenti (andamenti degli errori).
  • Impatto dell’errore sui risultati o sulla qualità del prodotto.
  • Raccomandazioni del produttore.
  • Rischio associato a decisioni prese sulla base di misurazioni errate.
  • Cambiamenti nel processo o nel personale.
  • Incertezza di misura richiesta
  • Frequenza e qualità delle verifiche intermedie tra due tarature.
  • Movimentazione e spostamenti degli strumenti di misura
  • Requisiti legali

È importante considerare e determinare quali fattori influenzano ogni tipo di strumento utilizzato e per quale calcolare l’intervallo di taratura, poiché a seconda dello strumento si applicano metodi di calcolo diversi.